Mia Martini 25 anni senza la sua voce

“Sai, la gente è strana Prima si odia e poi si ama Cambia idea improvvisamente Prima la verità poi mentirà lui Senza serietà Come fosse niente” è la prima strofa di una delle più belle canzoni italiane : Almeno tu nell’universo, pubblicata il 22 febbraio 1989,  ed è senza dubbio una delle canzoni più amate di Mia Martini, canzone speciale che segnò il suo ritorno dopo anni di buio dovuto alle voci infami che cominciarono ad appiccicargli addosso. La cantante veniva da un periodo nero, dal ritiro dalle scene a causa delle dicerie sul suo conto. Quel Sanremo fu il suo ritorno trionfale , ma il male che gli era stato fatto , l’avevano segnata per sempre.
Era il 1995 quando Nando Sepe, professione manager, dopo aver suonato più volte il campanello e non aver ricevuto risposta , nonostante la macchina di Mia fosse parcheggiata davanti casa ,  chiama i pompieri, che sfondano la porta  e trovano Mimì senza vita  , sul letto , con le cuffie del walkman alle orecchie , era il 14 maggio e Mia era morta già da due giorni . Sono passati 25 anni ma  nessuno ha dimenticato quella voce magnetica, dolce, scura, emozionante e quelle melodie che Mia Martini ha regalato alla musica italiana.
Una vita costellata di ombre e di luce, di pace e di dannazione, di sorrisi e di lacrime. La vita e la carriera di Mia Martini si sono sempre mosse tra gli estremi, saltando le vie di mezzo, i compromessi, la sciatteria, la mediocrità. A 25 anni dalla sua scomparsa vogliamo ricordarla con alcune delle sue più belle canzoni :  Minuetto, Almeno tu nell’ universo , Piccolo Uomo

Mia Martini 24 anni fa moriva la grande Mimì


12 maggio 1995 – 12 maggio 2019 , sono passati 24 anni dalla morte di Mia Martini .
Mia Martini al secolo Domenica Rita Adriana Bertè, ma tutti amavano chiamarla Mimì , ci lasciava a soli 47 anni, moriva nel suo appartamento di Varese e veniva trovata solo due giorni dopo, con lei la musica leggera italiana perdeva una delle sue interpreti più importanti.
Interprete intensa e raffinata che con il suo timbro ben riconoscibile per potenza e impatto emotivo, conquistò l’Italia ma anche l’estero , Spagna, Germania, Francia dove nel 1978 divise il palco dell’Olympia di Parigi con Charles Aznavour.
In Giappone partecipò come unica rappresentante italiana al Festival mondiale della canzone popolare di Tokyo, risultando vincitrice assoluta con il brano Ritratto di donna.
La sua carriera di circa 30 anni, con 17 album e oltre 30 milioni di dischi venduti, non fu tutta rosa e fiori , su di lei si abbattè il macigno del pregiudizio da parte dell’ambiente musicale, quanto più era amata dal pubblico, tanto più gli addetti ai lavori e anche tanti colleghi la tacciarono di portare iella, gli anni 80 furono il periodo più nero della sua vita, il suo percorso artistico subisce una battuta di arresto, fu emarginata per diversi anni, portandola al ritiro dalle scene.
Nel 1989 ritorna sul palco del Festival Di Sanremo, partecipando col brano Almeno tu nell’universo, il grande successo e il calore del pubblico la spinsero a riprendere pienamente la propria carriera. riaffermandosi con un consenso ancora maggiore.
Le sofferenze di quegli anni bui l’avevano profondamente colpita  e tutto ciò si avvertiva nella sua voce e nelle sue interpretazioni che riflettevano la rabbia di un’anima ferita.
Il suo cuore non resse a lungo e a causa di quel dolore se ne andava in quella notte del 12 maggio 1995 .
24 anni senza la sua voce, ma Mimì continua a vivere nelle sue canzoni e nel cuore del suo pubblico.

Mia Martini, 22 anni fa la musica italiana perdeva una delle voci più belle

Sono passati 22 anni da quel 12 maggio 1995 , giorno della morte di Mia Martini, ma il suo ricordo continua ad essere vivo nel cuore del pubblico.
Mia Martini interprete intensa e raffinata , moriva a soli 47 anni e la musica leggera italiana perdeva una delle sue interpreti più importanti.
Domenica Rita Adriana Bertè in arte Mia Martini, ma per il pubblico che l’amava semplicemente Mimì, ha lasciato un vuoto immenso , la sua una voce dal timbro ben riconoscibile per potenza e impatto emotivo, cantò il meglio della canzone d’autore italiana ed internazionale.
Circa trent’anni di carriera con 17 album ha venduto oltre 30 milioni di dischi, incidendo numerose canzoni di successo, Almeno tu nell’universo”, “Gli uomini non cambiano”, Minuetto,La nevicata del 56, Piccolo uomo, E non finisce mica il cielo”, Cu mmè” con Roberto Murolo, Donna,e tantissime altre.
Il suo successo non è limitato ai soli confini nazionali ma anche all’estero , Spagna, Germania, in Giappone dove partecipò come unica rappresentante italiana al Festival mondiale della canzone popolare di Tokyo, risultando vincitrice assoluta con il brano Ritratto di donna, e Francia dove nel 1978 divise il palco dell’Olympia di Parigi con Charles Aznavour.
Gli anni 80 furono il periodo più buio della sua vita, vittima di pregiudizio da parte dell’ambiente musicale, il suo percorso artistico fu segnato da una serie di maldicenze a sfondo superstizioso che la emarginarono per diversi anni, portandola al ritiro dalle scene.
Un’artista che ha saputo rialzarsi , a quelle maldicenze rispose con la sua immensa bravura e nel 1989 sul palco del Festival Di Sanremo, partecipo’col brano Almeno tu nell’universo, il grande successo e il calore del pubblico la spinsero a riprendere pienamente la propria carriera. riaffermandosi con un consenso ancora maggiore.
Le maldicenze però l’avevano segnata per sempre e in quella notte di maggio del 1995 il suo cuore stanco si ferma , nell’appartamento di Cardano del Campo in provincia di Varese.
Il medico legale attribuì la morte ad un arresto cardiaco, causato da overdose di stupefacenti. L’inchiesta fu archiviata frettolosamente dopo tre giorni ed il corpo cremato, lasciando molti aspetti ancora oggi senza spiegazione.
Una cosa è certa oltre al suo pubblico che l’ha amata in vita e continua ad amarla anche a 22 anni di distanza dalla sua morte, la musica le è rimasta sempre fedele e continua a tenerla in vita superando lo spazio e il tempo.

La musica italiana dai fasti del passato ai fenomeni da baraccone attuali

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C’era una volta la musica italiana quella bella a cui spetta un posto centrale nella storia della musica del mondo, tanto che il suo influsso e’ assai grande sullo sviluppo della vita musicale europea grazie alle peculiarità storiche, nonchè nella naturale propensione musicale del popolo italiano.
L’Italia , terra natale di compositori universalmente noti – come Paganini, Rossini, Verdi, Puccini e Vivaldi – ha ispirato anche moltissimi compositori stranieri ed è il paese della musica lirica che insieme alla musica napoletana è una delle musiche più ascoltate al mondo, anzi proprio quest’ultima con le sue canzoni ha contribuito a dare un simbolo all’Italia nel mondo. Alcuni di questi brani sono stati interpretati in modo originale da tantissimi cantanti di fama mondiale.
Una delle canzoni più famose in tutti il mondo e di tutti i tempi è senza ombra di dubbio “O’sole mio”, tradotta in tantissime lingue e resa celebre dalla versione in inglese interpretata da Elvis Presley, Frank Sinatra, Elton John e tanti altri.
Ma anche tantissimi cantanti italiani hanno contribuito alla diffusione del canto napoletano in tutto il mondo Enrico Caruso, Roberto Murolo, Renato Carosone, Mia Martini, Luciano Pavarotti
L’Italia è famosa per essere il paese del “Bel Canto”, e di questo andiamo orgogliosi, ai su citati artisti vanno aggiunti anche Domenico Modugno, e Andrea Bocelli, e ancora tra gli artisti italiani molto apprezzati all’estero Laura Pausini, Nek, Tiziano Ferro e ultimi in ordine di tempo e anche i più giovani ,il Trio de Il Volo, che ha conquistato prima l’estero e poi l’Italia.
Ecco fin qui possiamo riassumere, “quel c’era una volta la musica italiana quella bella”, ultimamente infatti si sta sempre più diffondendo qui in Italia il successo di cantanti mediocri venduti come fenomeni, ma alla cui base del successo ci sono soltanto ragioni di mercato o d’immagine e chi opera nel settore dovrebbe avere l’obbligo morale di giudicare in maniera obiettiva il panorama canoro che ci circonda e non pensare solo ai profitti, proprio in virtù del bagaglio storico musicale di cui siamo custodi.
Così la moda musicale qui in Italia da una parte vede all’apice del successo tanta gente che Urla e che non è in grado di controllare e modulare la voce ai diversi registri, riuscendo a trasmettere attraverso l’interpretazione l’essenza del brano , ed è proprio questo che si è ormai perso di vista ,insomma Chi urla di più NON è più bravo, dall’altra poi si sta sempre più diffondendo il successo di chi invece cantante non lo è proprio.
Strana davvero l’Italia, che è passata dal bel canto che tutto il mondo ci invidia a fenomeni da baraccone che stanno sempre più prendendo largo, ultimo in ordine di tempo risponde al nome di Fabio Rovazzi, un giovane youtuber, di appena 22 anni, che sta diventando sempre più influente.
Il fenomeno Rovazzi è scoppiato questa estate,quando dopo una serie di video pubblicati sul suo canale diventati virali con milioni di visualizzazioni e aiutato da amicizie eccellenti come quelle di Fedez e J-Ax , diversi altri youtuber, pubblica una canzone Andiamo A Comandare, prodotta da Universal, che conquista tre dischi di platino e passaggi radiofonici a gogò.
Rovazzi si è scusato più volte del suo successo, ma ciò nonostante ci ha preso gusto e se la prima volta il tutto era arrivato un po’ per caso, ora quella scia di successo  continua a cavalcarla alla grande, eppure in una recente intervista da Fabio Fazio alla domanda “Diventerai un cantante serio?” ha continuato a rispondere di “No” precisando “Il mio prodotto è comicità musicale” e alla domanda di un’eventuale partecipazione a Sanremo ha risposto “Sanremo? Dovrei saper cantare per partecipare”, eppure in perfetta controtendenza a quanto dichiarato continua a pubblicare canzoni, questa volta il brano si intitola “Tutto molto interessante” e batte ogni record raggiungendo la numero #1 nella classifica singoli più venduti su iTunes, Spotify e Apple Music e in pochi giorni milioni di visualizzazioni del video.
Il pubblico che lo segue è per la gran parte formato da ragazzini, ma questo sta ancora di più ad evidenziare di come le nuove generazioni siano del tutto ignoranti in fatto di cultura musicale e davvero l’Italia sta passando dalla musica delle stelle a quella delle stalle e con gli addetti ai lavori che preferiscono i guadagni facili alla qualità.